Comandare è meglio che… Ma lo stress è il danno collaterale

Manager incapaci di distinguere le priorità. Un perdurante stato d’ansia. Sonno disturbato. Solo solo alcuni dei segnali che le responsabilità ci stanno divorando. Ma ci sono rimedi, parola… delle Frecce Tricolori

Mercati in continua e rapida evoluzione, cambiamenti anche improvvisi profondi che possono stravolgere un settore e quindi imporre un trattamento rapido pena il declino dell’impresa, forte dinamismo del mercato del lavoro, con la necessità di sapersi inserire in fretta in realtà anche molto diverse da quelle cui si era abituati. «I manager di oggi vivono in tempi tutt’altro che facili, che richiedono una superiore capacità di gestire livelli aumentati di stress. Ma si tratta di un’abilità non così diffusa. I manager sono sempre più stressati – dice Leonardo Milani, direttore dell’Istituto di psicologia del benessere e mental trainer delle Frecce Tricolori – perché non sanno come gestire la risposta emotiva in rapporto alle varie situazioni che si presentano, e soprattutto non hanno un concetto di priorità, il che significa sapersi muovere all’interno di una graduatoria di eventi: ci sono quelli per i quali bisogna arrabbiarsi e altri per i quali non ne vale la pena».

I manager, insomma, tendono ad arrabbiarsi per delle stupidaggini, e questo li porta ad avere atteggiamenti molto negativi sullo stress. «Il vero leader, che comanda a se stesso, non è impulsivo – sottolinea Milani – ma riesce ad avere quella capacità che permette di comandare anche gli altri rassicurandoli, essendo stabile ed equilibrato, portando a bordo le persone: questa è la tipologia di manager che riesce ad avere più successo». Comportamenti poco efficaci nella gestione delle emozioni, invece, sfociano nello stress cronico, che ti fa ammalare. «Lo stress prolungato nel tempo causa disastri – osserva il direttore dell’Istituto di psicologia del benessere – per la medicina i disturbi psicosomatici che nascono sono fondamentalmente quattro: cefalea tensiva, gastrite, problemi cardiocircolatori con l’innalzamento della pressione, disturbi del sonno».

Prof. Leonardo Milani

Tra questi, i manager mostrano una preferenza statistica per la pressione alta e il dormir male. « È tipico di chi ha responsabilità di gestione svegliarsi anticipatamente, un’ora, un’ora e mezza prima della sveglia» mette in evidenza Milani. I frequenti cambiamenti repentini non fanno che accrescere le difficoltà: «L’uscita dalla zona di comfort genera sempre stress – spiega il mental trainer delle Frecce Tricolori – al di fuori c’è quel che viene definita area di panico, dove sentiamo di non sapere, di essere esposti al rischio». È qui che si crea una vera e propria selezione: chi riesce ad adattarsi, acquisendo nuove competenze, sopravvive alle novità, chi ha paura arretra e manifesta il suo disagio rifiutando il cambiamento. Ma come canta Gianni Morandi, uno su mille ce la fa, e quanto è dura la salita… «Tanti manager fanno uso di farmaci (e non solo di quelli, ndr) per sostenere le difficoltà – aggiunge Milani – dal sonnifero per dormire al prozac per lavorare. Ne conosco parecchi che hanno l’abitudine di essere carichi a mille, ma solo grazie a sostanze capaci di fargli affrontare la vita in modo competitivo, senza soffrire». E pure dentro di noi risiedono le risorse necessarie per affrontare qualunque sfida. «La nostra mente ha la capacità di essere sempre carica attraverso strumenti emotivi – puntualizza il direttore dell’Istituto di psicologia del benessere – uno è la passione, chi ha la motivazione che ne deriva non ha bisogno di sostanze esterne, si sveglia con il divertimento di fare e la voglia di ottenere risultati».

Non tutti hanno la fortuna e il merito di fare un lavoro che li appassiona. In questo caso è particolarmente importante coltivare l’arte salvifica dello staccare la spina. «Per evitare o combattere lo stress cronico è necessaria una buona alternanza tra lavoro e riposo – precisa Milani – il problema è che quando siamo nel circuito siamo come i criceti, non ci rendiamo conto di essere sulla ruota». Ci sono almeno tre strumenti per staccare la spina in modo efficace. Il primo e l’ attività fisica, che dà benefici sia fisiologici che mentali, ha l’effetto di controllare la pressione, di abbassare il colesterolo e trigliceridi e provoca l’ emissione di serotonina, una sostanza importante per l’ equilibrio. « Sei stressato? Prenditi un po’ di tempo per l’attività fisica – consiglia il mental trainer delle Frecce Tricolori – che sia palestra, corda, piscina, bicicletta… Niente sport motoristici. Certo l’attività va regolata anche in base all’età, a vent’anni può pompare, a 50 va bene una corsetta, a 60 anche andare fuori con il cane 2- 3 volte alla settimana, bastano tre quarti d’ ora di cammino e si hanno buoni benefici». Il secondo strumento e più imprevedibile: esternare le proprie emozioni. «È molto difficile per i maschi, spesso non abbiamo voglia di piangere né di ridere – osserva Milani – il cervello maschile è fatto così, pensa da solo e non condivide le modalità, mentre quello femminile non solo prova emozioni più liberamente ma verbalizza quel che prova. La condivisione dello stress è importante, a patto che non diventi inutile lamento». Il terzo modo per staccare la spina e forse il più semplice, anche se l’effetto criceto di cui sopra tende a far perdere di vista anche quello: brevi momenti di relax. «Un caffè, una sigaretta, il bricolage o un altro hobby, la lettura, la musica da ascoltare o da suonare, o anche lo zapping: anche i momenti di riposo non strutturati servono» puntualizza il direttore dell’Istituto di psicologia del benessere.

Ma c’è una quarta Via per affrontare lo stress, che è probabilmente quella più evoluta e contemporanea, oltre ad avvicinare al modello di leader che sa comandare con calma se stesso gli altri: «È quella delle tecniche di rilassamento – suggerisce Milani – al mondo ce ne sono circa una ventina con una valenza riconosciuta, che permettono di abbassare in modo significativo il livello di stress: dallo yoga alla psicologia del benessere di cui sono fondatore, dal training autogeno alla meditazione trascendentale». È stato scientificamente dimostrato che queste tecniche, che in certi casi derivano da saggezze antiche, hanno benefici fisiologici simili a quelli dello sport, abbassano la pressione, mettono il cervello in condizioni di ricaricare le energie. «Con una tecnica di rilassamento della psicologia del benessere, frutto di un’analisi scientifica di che cos’è lo stress – spiega il suo fondatore – è possibile in 7 – 10 minuti recuperare 3 ore di sonno profondo.L’ho creata per i piloti delle frecce tricolori e per quelli civili dei grandi voli intercontinentali». Milani è mental trainer delle Frecce da 18 anni: a giudicare dalle loro evoluzioni aeree, il risultato è ottimo

Di Riccardo Venturi
Tratto da Economy novembre 2018